Parole pronunciate,
custodite.
Omesse,
dimenticate.
Più di semplici lettere
accomunate,
accartocciate
o
sventolate.
Dimorano.
Solcano
tracce indelebili
su nuovi sentieri.
Offrono
salde radici
o
terreni scoscesi.
Parole centellinate,
riservate,
mai ostentate.
Parole sofferte,
trattenute,
bisbigliate,
nascoste,
temute.
Sanguinose battaglie
mai combattute
o
conquistate.
Preziose,
attese,
mai udite.
Parole odiate,
illecite,
rifiutate,
perpetrate.
Parole tenere,
caute,
regalate,
accolte,
amate. (28/09/2018)
“Le parole sono vive, entrano nel corpo, bucano la pancia: possono essere pietre o bolle di sapone, foglie miracolose. Possono fare innamorare o ferire. Le parole non sono solo mezzi per comunicare, le parole non sono solo il veicolo dell’informazione…ma sono corpo, carne, vita, desiderio. Noi non usiamo semplicemente le parole, ma siamo fatti di parole, viviamo e respiriamo nelle parole. ” (Massimo Recalcati)
Una ragnatela di parole è l’inferno per chi vi resta impigliato. Sii cauto con le parole, sceglile bene, prendi parole sicure, parole prive di appigli. Non tesserne una all’altra, affinché non ne nasca una ragnatela, perché tu saresti il primo a restarvi impigliato.
La parola è quel vi è di più futile e di più potente. Nella parola confluiscono il vuoto e il pieno.(…)
Risplendeva come una luce nella tenebra e la tenebra non l’ha compresa.
Deve dunque nascere quella parola che la tenebra possa comprendere.(…)
Infatti a che serve la luce, se la tenebra non la comprende?
Ma la tua tenebra dovrà cogliere la luce.
Onora la tenebra, come onori la luce, e rischiarerai la tua tenebra. (Carl Gustav Jung)