Dal primo vagito
al gracile affanno
terminale.
Dimora costante,
su nastri avvolti
di giorni spesi e
di esperienze narrate.
Particelle sospese
che quietano
i focosi animi.
Soffio di vita
nell’unisona
passione,
dove i respiri
prendono
fiato dal fiato.
Lunghe pause,
dopo corse affannate,
in soste raggiunte
nell’agognato riposo.
Respirare
e aspettare
una carezza nel vento
e sognare
lasciandosi trasportare
dalla brezza marina
e dal fascino
di un tramonto,
riflesso
negli occhi dell’amore.
Meraviglia
che trattiene il respiro.
Meraviglia
che ci lascia
accogliere,
amare
e continuare a respirare.
Tu sei quel respiro che mi toglie ancora il fiato.
(Claudio Baglioni Niente più)