Parole pronunciate,
custodite.
Omesse,
dimenticate.
Più di semplici lettere
accomunate,
accartocciate
o
sventolate.
Dimorano.
Solcano
tracce indelebili
su nuovi sentieri.
Offrono
salde radici
o
terreni scoscesi.
Parole centellinate,
riservate,
mai ostentate.
Parole sofferte,
trattenute,
bisbigliate,
nascoste,
temute.
Sanguinose battaglie
mai combattute
o
conquistate.
Preziose,
attese,
mai udite.
Parole odiate,
illecite,
rifiutate,
perpetrate.
Parole,
parole,
parole.
Parole tenere,
caute,
regalate,
accolte,
amate.
Attenti alle parole.
Sia quando le dite che quando le ascoltate.
Non sono solo lettere dell’alfabeto.
Sono fiori. Sono lame. Sono coperte. E proiettili.
Sono acqua per chi ha sete e sabbia da gettare negli occhi per chi non le vuole ascoltare bene.
Attenti alle parole che sono ben più palpabili e concrete di qualcosa che non si può toccare.
E riempiono spazi immensi… come altrettanti ne sanno svuotare.
(Paola Felice)