Confesso che non lo avevo ancora visto, nonostante abbia avuto un successo straordinario all’epoca. Se ne è parlato a lungo ricordo, nel 2016. Ieri vederlo è stato per me molto piacevole, da qui una mia riflessione.
La pazza gioia è un film di Paolo Virzì (2016).
Ambientato in Toscana, descrive la vicenda di due donne approdate in una comunità terapeutica per pazienti psichiatrici su ordinanza del tribunale.
Il film affronta il tema della malattia mentale, con grande delicatezza e rispetto senza cadere mai nella banalità o nella esasperazione delle situazioni, a tratti anche ironico e esilarante.
Ho apprezzato molto la grande aderenza alla realtà, la rappresentazione delle difficoltà incontrate, lo scontro con la società che le vuole escluse, ai margini, ma vi è qualcosa di più, è il racconto di tante storie all’interno della storia, pezzi di vita che si incontrano, una “amicizia folle” nascente e che forse per la prima volta permette a entrambe le protagoniste di scoprire la meraviglia di sentirsi amate nonostante i loro problemi, le loro fragilità, di sentirsi nuovamente importanti per qualcuno, permette di assumere un ruolo nuovo, inaspettato per certi versi.
La fuga, più simbolica che reale, rappresenta una ricerca di significato, una ripresa dei rapporti interrotti, una sorta di ricognizione, un chiudere i ponti con un passato scomodo, ingombrante, artefice del loro destino, un tentativo di riprendersi in mano la loro vita, di fare pace con se stesse, per poter finalmente ripartire e scrivere un nuovo capitolo della loro vita con consapevolezza e dignità, nonostante il dolore, nonostante il bipolarismo o la depressione, ma per la prima volta si riscoprono “persone”, riescono ad andare oltre, a svincolarsi dalle etichette delle diagnosi e delle cartelle cliniche.
Vi è anche un evidente citazione a “Thelma and Louise” che demarca la forza e il coraggio delle donne verso la tanto agognata emancipazione femminile.
Le peripezie che le due donne vivono durante la fuga finiscono a volte per sollevare dei dubbi riguardo a chi siano i veri pazzi, appare cosi subito chiaro come non sia mai del tutto netta la linea di demarcazione tra salute e malattia.
Un bel film dunque che parla della complessità delle personalità, dei rapporti umani, della cattiveria di alcuni, ma anche della grande generosità e solidarietà di altri.
Apre alla speranza, ci offre la sensazione che nonostante tutto, a volte si riesce a sfiorare la felicità, uno stato di benessere e pace che spetta a tutti.
“La pazza gioia” in questo caso loro la vanno a cercare con una forza nuova che deriva dalla loro unione perché si sa non ci si salva mai da soli, ma quello è un altro film…pure da vedere!
Buona visione!